Da soli si sta bene, in due si sta meglio
(estratti vari dal mio ultimo libro)
A tutti quelli che scrivono "mi basto da sola/o!" e passano mesi o anni a ripeterlo ai quattro venti riscuotendo decine di bravo, brava.
Voglio darvi uno spunto diverso di riflessione.
Non ho niente contro il vostro apprezzare la solitudine, e se avete imparato a passare parte della giornata da soli, a trovarvi un hobby, passeggiare nel bosco, leggere, è bellissimo.
Ma, come diceva Krishnamurti, noi esistiamo solo in relazione all'altro.
Non cadete nell'errore di autocelebrarvi, di credere che il mondo possa esistere senza relazioni, cooperazione, amore. Altrimenti state solo reagendo al torto subito con la chiusura. Ma subire o negare il torto sono due facce della stessa medaglia.
Perciò sono felice per Voi se state percorrendo un sentiero di solitudine costruttiva, ma ricordate che non è quello il vostro destino di individui, e non lo è per nessuno.
(..)
Sto imparando a meditare, a cambiare occhi su questo mondo che devo ancora comprendere..
A volte mi fermo e sento la mancanza di una mano di donna sul mio petto.
Sì.. perché alla fine non c'è Van Gogh o viaggio o canzone, non c'è niente come la mano sul petto di qualcuno che Ti ama.
E non c'è bisogno di parole, basta guardarsi, basta non abbandonarsi mai ma crescere insieme, credo l'opera d'arte più importante siamo noi.. quando uniamo senza veli i nostri universi e diventiamo qualcosa ed andiamo da qualche parte dove neppure i sogni possono arrivare.
(ciò che siamo)
Quando vedo una scena d'amore piango sempre..
Perché? Oggi lo so. Piango la solitudine.
Non parlo solo di me. Parlo di genitori, amici, insegnanti, conoscenti, ognuno di corsa, ognuno mosso da impegni che nascondono schemi mentali che ci impediscono, da sempre, di guardarci dentro.
Perché? Oggi lo so. Per la paura di mostrarci.
Per la paura di mostrare che siamo spaventati. Siamo spaventati di ciò che siamo perché il mondo è, e soprattutto è stato, duro e non c'è spazio per la debolezza.
Così da generazioni insegniamo ai piccoli a nascondere le paure attraverso maschere, automatismi di cui oramai neppure ci rendiamo conto.
Allora, perché piango quando vedo una scena d'amore?
Perché dentro di me esiste ancora la speranza di poter un giorno mostrarmi, per come sono, raccontare le mie paure, ed essere accolto, ed amato.
Questo è l'inganno della nostra mente.
Se vi mettete uno di fronte all'altro, occhi negli occhi, accendete una musica, vedrete negli occhi dell'altro i vostri occhi, vedrete quella paura.. e soprattutto quel dolore atavico del doversi nascondere da sempre.. vedrete una persona fragile, vera, ciò che siamo, capirete che siamo uguali, portatori di quella ferita che l'umanità non ha ancora sanato.
E la cura è l'amore, l'ascolto, l'accettazione.
L'Amore è una cosa semplice, che abbiamo reso complicata per la nostra paura di mostrarci, di essere vulnerabili, bisognosi.
Perciò liberatevi.. fratelli e sorelle, anche dentro la più fredda e crudele delle persone c'è quell'essere umano impaurito, spaventato di essere nudo di fronte all'altro, di fronte al mondo ed alla sua durezza.
(ognuno di noi vuole essere riconosciuto.. vuole essere vulnerabile nelle mani di qualcuno)
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